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Yesterday Will Be Great: il nuovo album “The Weather Is Fantastic” è in uscita oggi 8 aprile per Blooms Recordings

Il mondo sta andando in rovina, in un declino fuori controllo, tanto che il futuro parrebbe collocarsi spesso e volentieri dietro alle spalle. Il trio romagnolo Yesterday Will be Great va avanti con la pubblicazione del primo album The Weather Is Fantastic, registrato con la supervisione di Nicola Manzan (Bologna Violenta, Ronin), in uscita in CD e digitale oggi 8 aprile 2022 per Blooms Recordings. Il titolo dell’album ammanta di ironia un concetto velatamente distopico: “Parlare del tempo, del più e del meno, fa parte di quella superficialità che sta contribuendo a distruggerci, ma di cui sentiamo il bisogno“.

Fondati nel 2017, gli Yesterday Will be Great – noti anche con l’acronimo YWBG – hanno esordito con l’EP Y nel 2019, suonando in varie occasioni dal vivo, anche in supporto a nomi come Minami Deutsch e Sunday Morning. Nel mentre, sono cambiate parecchie cose, sia nel sound sia nella line-up della band. La scrittura di The Weather Is Fantastic ha preso forma nella seconda metà del 2021, scaturendo in prevalenza dall’improvvisazione e orientandosi per la prima volta con consapevolezza a un lavoro interamente strumentale, privo di cantati rispetto a ma non per questo meno comunicativo. Il dialogo tra gli strumenti scorre senza il filtro delle parole. “La musica strumentale esiste in una dimensione più profonda e probabilmente meno immediata, e quello che ci interessava era proprio allontanarci dagli schemi e immergerci in sensazioni più intime. Il più delle volte togliere è meglio che aggiungere“. Le uniche voci percepibili, in sottofondo, sono quelle che si materializzano sul finale del brano Overblues, appartenenti ad alcuni sconosciuti intenti in un dialogo casuale e banale, dal quale è tratto per l’appunto il titolo dell’album.

Il faro che illumina a livello inconscio le sei tracce in scaletta è un background post-rock, edificato su affinità elettive quali Mogwai e Sigur Rós. Qui, però, non ci sono vincoli di genere e si abbracciano viceversa diverse influenze, dalla psichedelia all’alt-rock, dallo shoegaze all’ambient. Di pari passo, vige un’attitudine in qualche maniera fieramente DIY, confermata dalle incisioni svoltesi al PMS Studio di Alfonsine (RA) quasi del tutto in presa diretta, evitando di editare eventuali imperfezioni o rumori di fondo. “L’idea delle registrazioni in presa diretta ci è stata fornita da Manzan ed è stata illuminante: ci siamo liberati dall’eventuale freddezza in favore di una maggior umanità. L’idea ci ha convinto a tal punto che abbiamo in seguito deciso di fare pochissima post-produzione dei brani, per lasciare lo ‘sporco’ del suonato: le nostre imprecisioni fanno parte di noi. Ascoltatele.“. La musica del gruppo con base a Ravenna sfodera così in un colpo solo purezza, calore e minimalismo, suggestione cinematica e irruenza. “Noi siamo quello che suoniamo. È la nostra energia“.

A seguire l’estratto dello scorso anno The Diamond’s Issue, l’album è anticipato dai singoli Little Blue Flower, trasposizione in note della forza di un piccolo fiore che riesce a nascere tra le crepe del cemento, e Trees/Giant, in cui una tranquilla passeggiata in un bosco diventa all’improvviso una fuga spasmodica a causa dall’avvistamento di un gigante, che rappresenta una disavventura, l’incontro con lo sconosciuto, e che potrebbe anche non essere una reale minaccia, ma lo è per via dei nostri preconcetti.

La formazione attuale degli Yesterday Will be Great è guidata sempre dal deus ex machina Simone Ricci alle chitarre (ex Kisses From Mars e già solista con il progetto The Nude, nonché co-produttore artistico dell’etichetta Blooms Recordings), che con la sua personale cifra stilistica alle sei corde delinea traiettorie visionarie, mentre la sezione ritmica resta in mano a Daniele Mambelli, potente e versatile alla batteria, e la new entry è data dall’arrivo di Giuseppe De Domenico al basso, che con la sua decennale esperienza garantisce ulteriore robustezza. Tra le fonti di ispirazione, per i tre musicisti, ci sono Fight Club e le pellicole di Kubrick, i libri di Bukowski, Richler ed Eugenides, i paesaggi di Hopper, Monet e Van Gogh, oltre alla fotografia. Il malinconico ed enigmatico scatto sulla copertina dell’album, non a caso a opera del medesimo Ricci, rappresenta la mancanza di qualcosa: perché quella sedia si trova lì, e chi è che manca a sedere sopra di essa? Forse sarà possibile scoprirlo, o quantomeno immaginarlo, attraverso l’ascolto di The Weather Is Fantastic.

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