Nel libro dei sogni, così come nell’immaginario collettivo, il simbolo del cavallo rappresenta la nobiltà d’animo, l’intelligenza e l’eleganza, ma l’animale in questione è anche notoriamente selvaggio e arduo da domare. Caratteristiche che calzano a pennello alle canzoni dei Teo Russo, la nuova (super) band dream psych-pop formata da Georgia Costanzo (La Camera Migliore), Francesco Fanciullacci (La Camera Migliore, Granprogetto, Farewell to Hearth and Home, Mitici Gorgi) e Federica Camiciola (Mitici Gorgi), all’omonimo album d’esordio in uscita in vinile e su tutte le piattaforme digitali oggi 23 settembre 2022 per Millessei Dischi, con distribuzione Audioglobe.
Costanzo e Fanciullacci si sono ritrovati fianco a fianco nel 2017, a distanza di circa un decennio dalla loro esperienza condivisa nel gruppo alt pop-rock La Camera Migliore, attivo dal 1997 al 2006, prodotto dall’etichetta Due Parole di Carmen Consoli e alle prese con importanti collaborazioni (una su tutte, quella con Max Gazzè), nonché oggetto di culto per una nutrita schiera di appassionati, mentre Fanciullacci e Camiciola condividevano il palco da qualche anno militando nella formazione electro-punk Mitici Gorgi. Tutti e tre, assieme, hanno deciso di dare vita a Teo Russo. Il curioso nome Teo Russo è preso in prestito da quello di uno stravagante pittore fiorentino, che amava dipingere sopratutto figure equine ed era solito comprare il pesce barattandolo con i suoi quadri. L‘artwork di copertina, realizzato da Lorenzo Coppini | OdioDesign, è non a caso ispirato a lui.
Le nove tracce nella scaletta di Teo Russo conquistano all’istante e rivelano dettagli ascolto dopo ascolto, facendo tesoro delle precedenti esperienze dei tre musicisti toscani, di base a Prato. Costanzo ha cantato tutti i brani con la sua voce magnetica e inconfondibile, Fanciullacci ha scritto quasi tutti i testi – sulla spinta di un forte dolore, di una tragica perdita improvvisa – e ha suonato chitarre, bassi e synth, Camiciola si è occupata della programmazione delle batterie elettroniche, di ulteriori synth e dei pre-mix. Fantasia e delicatezza, timbriche elettroacustiche, melodie oblique e venature lo-fi, il principale punto di riferimento comune provvisto dagli Sparklehorse (un altro destriero come spirito-guida…): ingredienti che si amalgamano in un’unica ricetta, immediatamente riconoscibile. L’album è stato interamente registrato in casa e in seguito mixato da Leo Magnolfi all’EL-SOP Recording Studio di Firenze.
I brani dei Teo Russo, rigorosamente in lingua italiana, parlano per l’appunto di sogni e di come affrontare la realtà grazie a essi, con l’intento di permutare le visioni con le emozioni. Attraverso parole fra le quali corrono e ricorrono astronauti, neve e – ovviamente – cavalli. “Chiudi gli occhi e immagina di vivere contemporaneamente più vite, percorrere più strade, selezionare più scelte. «Come neve vieni giù / non ti perdere». Puoi essere bambino e anziano nello stesso preciso istante! Adesso sei in sella a una motocicletta con il vento che ti schiaccia le guance, ora invece sei entrambe quelle due persone al parco che parlano, sedute su una panchina. «Ale ed Elliott Smith fumano…». «Tienilo come un segreto / siamo astronauti abbandonati». Veicoli di secoli come macchine del tempo“.
Tienilo come un segreto è dedicato a un risveglio da interpretare come una rinascita ed è accompagnato da un video girato nel teatro Fabbrichino di Prato con la scenografia di uno spettacolo di Davide Venturini, regista della compagnia TPO. Lo strumentale Capovolto, a mezzo cielo tra ambient e post-rock, divide la scaletta dell’album in due lati speculari: nella prima troviamo le sospensioni neo-classiche di Come neve, il passo sostenuto e sbarazzino di Teo R., il misterioso e quasi metafisico gioco di pieni e vuoti della già citata Tienilo come un segreto, l’incalzante e distorta progressione electro-rock di Hai mai visto i fantasmi?, con un giocoso video di animazione realizzato da Lorenzo Clemente; nella seconda ci sono invece la morbidezza pura e avvolgente di Calle, che parla di un abbandono e della ricerca di come collocarlo dentro di noi, seguita dal cullante onirismo di Un albero, dall’art-pop crepuscolare di Novembre e dalla dilatazione spacey di Come stai?. Teo Russo è intanto il miglior segreto da scoprire e custodire questo autunno.