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Il post-jazz per post-umani dei Drone San nell’omonimo album d’esordio, disponibile in digitale per Horribly Loud Records

C’è un nuovo oggetto sonoro non identificato all’orizzonte. Il suo nome è Drone San, progetto dei musicisti e compositori Nicola Pedroni e Andrea Sanna, al primo album omonimo disponibile in digitale dal 14 gennaio 2022 su tutte le piattaforme digitali su etichetta Horribly Loud Records, da loro stessi fondata.

Drone San è un veicolo di musica elettronica “suonata”, con incursioni acustiche-elettroacustiche, che si lancia nell’orbita della scena post-jazz contemporanea. Questo è post-jazz per post-umani.

L’album Drone San è stato registrato in Sardegna, in prevalenza durante il periodo estivo, tra le pareti di uno studio, ma anche addentrandosi nel folto dei boschi e persino nelle profondità delle domus de janas, tipiche tombe preistoriche scavate nella roccia. Grandi Antichi e creature extraterrestri, l’ombra minacciosa di Cthulhu e le strane luci al di là del cielo emanate dagli UFO, vanno di pari passo nell’immaginario del duo, fortemente influenzato dalla fantascienza, in primis quella di H. P. Lovecraft, e da atmosfere post-apocalittiche non per questo prive di speranza.

L’orientamento sci-fi, unito all’interesse nei confronti degli anime, è evidenziato dall’eccezionale artwork nato grazie alla stretta collaborazione con l’illustratrice Yoshi Mari, che ha realizzato addirittura un silent book ispirato al disco stesso, a sua volta influenzato dai disegni in un nastro di Möbius sensoriale. Il concept del silent book, di prossima pubblicazione assieme alla versione in vinile dell’album, è ecologista, legato all’ambiente: l’astronave dei Drone San si trova infatti alle prese con un disperato viaggio interplanetario alla ricerca di possibili forme di vegetazione, purtroppo scomparse nel nostro mondo.

Attivi tra Cagliari e Firenze, incontratisi per caso in un jazz club, Pedroni (batteria, percussioni, synth) e Sanna (piano, tastiere, synth) hanno interamente composto, arrangiato ed eseguito il loro primo disco targato Drone San, miscela di improvvisazione radicale e vero e proprio lavoro di scrittura, di suoni strumentali analogici e digitali in un cortocircuito temporale tra ancestralità e futuro dagli avanzati mezzi tecnologici. I due si sono così avvalsi di batterie montate, tagliate e rimontate in layer con drum machine vintage, Fender Rhodes, software, oggetti come vecchi pianoforti, corde, molle e giocattoli amplificati con microfoni piezoelettrici o per l’appunto ripresi all’interno di suggestive location naturali.

Il sound design, l’avventurosa ed elaborata fase di processing e la successiva produzione sono state curate da Pedroni con il supporto artistico di Sanna. Le incisioni sono state effettuate da Nicola Vacca al Panda’s Studio di Lunamatrona (Sud Sardegna). Mix e master sono stati infine affidati a Lapo Grossi presso il Multiverso di Firenze.

Il primo singolo Ornamentalities, scuro e ossessivo, è caratterizzato da un beat dispari e pulsante. Il suo crescendo electro-sinfonico sfocia in territori da soundtrack, ovviamente per un ideale B-movie. Il relativo video astratto-alieno, creato a Los Angeles dal sound e media artist Kai-Luen Liang, è stato ottenuto tramite tecniche di manipolazione generativa. Il secondo singolo Snob Pineapple è invece funk come può essere funk una drum machine costantemente sincopata. Il video di animazione di Snob Pineapple è stato realizzato da Lucio Coppa, con il contributo della stessa Yoshi Mari: elementi appartenenti ad ananas alieni, volti androgini, alberi e città volanti si susseguono in un loop in perenne mutazione.

Nei sette brani di Drone San, i riferimenti comuni dei due musicisti si smembrano e si incontrano in maniera ravvicinata acquisendo tanto una sperimentale eleganza quanto una peculiare forza: dal jazz all’amore per l’universo delle colonne sonore (episodi come Baking Bread e Waltzer Matthau giocano a livello implicito con riferimenti alla sfera delle serie TV e del cinema), dal soul all’hip hop, dall’ambient all’IDM, sino a math rockpsichedelia cosmica e dub. La Cosa che ne risulta, sinuosa e ammaliante, si muove a passo cyber groove e spruzza nostalgia da ogni tentacolo, inglobando e rielaborando gli ascolti formativi di Battles, The Cinematic Orchestra, Tortoise e Boards Of Canada, tra gli altri. Drone San è un disco, sì, ma volante. Pericolo di abduzione!

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