“Life in a bottle / We together / ‘cause we are rebels / In a land where up is down / And the end is coming soon“. A volte il sopra diventa sotto, o viceversa. Dopo il selvaggio rock and roll a perdifiato del precedente Run, i Dust & The Dukes presentano il loro nuovo riflessivo singolo Life In A Bottle, fuori su tutte le piattaforme digitali l’11 dicembre 2019 con distribuzione Audioglobe e con una copertina dove per l’appunto campeggia una misteriosa fotografia ribaltata al contrario, al di là di un vetro. Dal fuoco alla polvere blues Americana, per il trio fiorentino composto dall’italoamericano Gabriel Stanza (voce), da Enrico Giannini (chitarre) e Alessio Giusti (batteria e percussioni), raggiunti per l’occasione da Uberto Rapisardi (The Veils) in veste di ospite speciale all’organo Hammond.
“Life In A Bottle è una canzone triste, ma allo stesso tempo offre un granello di speranza. Racconta della vita e dell’ansia che, giorno dopo giorno, ci troviamo ad affrontare nel tentativo di raggiungere i nostri sogni, quando all’improvviso può capitare che tutto si capovolga. Il brano è stato scritto di getto, materializzandosi al pari di un’illuminazione. Un evento raro, come la scoperta dell’acqua nel deserto”.
Dalla vittoria alla 29esima edizione del Rock Contest di Controradio all’apertura per l’ultimo concerto italiano dei leggendari rocker del Sahara Tinariwen, recente fiore all’occhiello di un’impetuosa e serrata attività live, i Dust & The Dukes proseguono quindi il loro cammino, in vista delle ulteriori novità in arrivo il prossimo anno.
La versione originale di Life In A Bottle è accompagnata da una speculare Direct To Vinyl Session, realizzata al Sam Recording Studio di Lari grazie ad Andrea Ciacchini (produttore della band) e a Mirco Mencacci. Il brano è stato in tal caso immortalato con il metodo dei vecchi bluesmen tanto amato e ripreso ultimamente da Jack White: un solo microfono nella stanza e registrazione effettuata “buona la prima” su vinile. Lo stesso Ciacchini spiega come nasce l’idea di Direct To Vinyl: “Le nuove tecnologie audio offrono grandi opportunità, ma spesso possono cancellare l’emozione della performance. Per questo motivo, per preservare l’energia e scolpirla come fosse una scultura, abbiamo restaurato un tornio Presto degli anni 40 e provato a incidere direttamente su lacca. Consapevoli di non poter più modificare il momento catturato“. Alla session esclusiva – dalla quale è stato tratto un mini-documentario – hanno partecipato, oltre ai Dust & The Dukes con il succitato Uberto Rapisardi, Emma Morton & The Graces, Raphael Gualazzi e Andrea Appino degli Zen Circus.
Benvenuti nel Sottosopra del deserto.