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“Paradiso” è il nuovo album di Bruno Dorella per il progetto coreografico di gruppo nanou, in uscita il 25 novembre; ascolta il singolo “Saturno”

Bruno Dorella ci guida in Paradiso, il suo nuovo album da solista, contenente le musiche per l’omonimo progetto coreografico di gruppo nanou, in uscita in CD e digitale  il 25 novembre 2022 per  l’etichetta indipendente 13 / Silentes, con distribuzione fisica Goodfellas e distribuzione digitale Audioglobe.

Paradiso scaturisce appunto come musica per la coreografia del nuovo spettacolo di gruppo nanou, compagnia di danza contemporanea e arti performative, fondata da Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci e Roberto Rettura. La collaborazione tra Dorella e la compagnia è stata avviata quasi un decennio fa e ha coinvolto nel tempo anche le principali band del musicista ravennate, Ronin e OvO, questi ultimi sul palco nel 2021 per Canto primo: Miasma | Arsura, incontro tra suoni e immagini infernali, nel segno del ricorrente riferimento dantesco.

Ma c’è di più. Paradiso è anche il primo album di musica elettronica realizzato da Dorella che, durante il periodo di lockdown, a partire quindi da un paio di anni fa, si è concentrato maggiormente sui software e, complice la sua grande conoscenza musicale, è arrivato a comporre tracce pensate in funzione dei corpi e della coreografia dello spettacolo. Dorella racconta: “La composizione è stata lunga. Le esigenze coreografiche, l’effetto della musica sui corpi, mi hanno spesso portato a ragionare in maniera più ampia rispetto al modus operandi strettamente musicale. Io e i componenti di gruppo nanou siamo partiti da suggestioni reciproche e piano piano ci siamo capiti sempre più velocemente. Abbiamo definito una comune concezione di ritmo, decidendo di lavorare su ritmi apparentemente ‘fuori griglia’, creando l’illusione di qualcosa che non vada insieme ma sia perfettamente a tempo. Si tratta in realtà di piani paralleli che viaggiano a tempo tra di loro, sebbene sfasati

Disponibile su tutte le piattaforme digitali da oggi 30 settembre, Saturno è il primo singolo tratto da Paradiso e racchiude nel giro di tre minuti gli elementi fondamentali dell’intero lavoro. Ovverosia ritmi paralleli, sovrapposti, sinuosi, apparentemente sfasati ma che “girano” insieme. In aggiunta a chitarre astratte e a un respiro come unica fonte di voce.

gruppo nanou aggiunge: “Bruno ha composto un’opera coreografica. Con lui abbiamo verificato come il suono possa ospitare il corpo e dialogare con l’azione scenica. È stata un’operazione transitiva tra scena e suono, tra corpi e densità materica dei suoni, tra vibrazioni e cinesi. La bellezza di questo lavoro musicale è che è incarnato e si incarna, è materia e allo stesso tempo un pensiero preciso. Tutte le regole e le limitazioni che ci siamo dati per la creazione dello spettacolo, a livello coreografico e sonoro, luminoso e scenico, sono riuscite a essere assimilate fino a diventare risorse creative e quindi a diventare viscere esatte“.

Nella lunga ed eclettica carriera di Dorella, Paradiso è soltanto il secondo disco a suo nome, a seguire Concerto per chitarra solitaria, pubblicato nel 2019 da Bronson Recordings. “Ho sempre pensato la musica in ensemble, mai veramente nella dimensione in solo, e ho sempre immaginato che, se mai avessi fatto un disco da solo e a mio nome, sarebbe stato attinente alla composizione pura anziché alla alla composizione abbinata all’esecuzione. Così è stato per Concerto per chitarra solitaria, nato per un festival di musica classica contemporanea, e così è adesso per Paradiso”, specifica Dorella.

Musicista e produttore discografico, attivo dalla fine degli anni 90, Bruno Dorella è conosciuto anche con lo pseudonimo Jack Cannon ed è stato membro dei Wolfango, oltre che fondatore appunto degli OvO, dei Ronin e anche dei Bachi da Pietra e più di recente di formazioni come Tiresia e GDG Modern Trio, nonché militante nei Sigillum S. Paradiso è la prima testimonianza su disco della sua esperienza nel campo delle musiche per teatro, via via sviluppatasi attraverso la collaborazione con varie compagnie teatrali e di danza.

Il viaggio di Paradiso si articola nel complesso in tredici brani e si conclude con la title track, che è anche l’unico episodio in programma assimilabile alla forma-canzone, per quanto “aliena”, e che vede ospite Francesca Amati dei Comaneci: “Con Francesca c’è un rapporto di lunga data, avevamo già lavorato insieme sia con i Ronin sia per gruppo nanou“. Prima ancora che spettacolo, Paradiso è luogo, incontro, possibilità di confronto e occasione di comunità. Paradiso è abitato dall’intervento dell’artista Alfredo Pirri, dall’attività coreografica di gruppo nanou, con otto danzatori, ovviamente dalle musiche di Bruno Dorella e da un bar. La coreografia è un avvicendarsi di azioni e immagini che 
si susseguono senza una narrazione lineare: le visioni e i personaggi ispirati dai canti dell’opera di Dante agiscono lo spazio accogliendo gli spettatori; i materiali riflettenti scelti da Pirri,
 le luci fluttuanti di Marco Valerio Amico, i suoni di Dorella immergono l’osservatore in un luogo sognante. Lo spazio, aperto per almeno tre ore al giorno, è pensato come luogo attivo in cui immergersi, creando una comunità estemporanea che accede a Paradiso come in una mostra museale, e sceglie liberamente come muoversi, quanto restare e cosa osservare. L’ospite è immerso in uno spazio scenico in cui l’interazione tra la luce e le superfici specchianti, e la prossimità con i corpi, producendo una sensazione di perdita di contatto con il terreno, amplificano l’impressione di muoversi in una percezione della realtà che funge da trampolino verso il vuoto. Pur agendo lo spazio con altre persone, ogni ospite vive un evento unico e irripetibile, edificando il proprio punto di vista: ogni Paradiso è necessariamente diverso perché si rapporta con lo spazio e ogni giorno la coreografia si arricchisce di diversi dettagli e alleanze. La memoria dello spettacolo è quindi unica per ogni spettatore, nello stesso luogo gli accadimenti si compongono e scompongono attraverso un principio immaginato per plasmare continuamente un’esperienza irripetibile. Difficile da raccontare.

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