Rossana è il nome di una persona cara, venuta a mancare. ROSSANA è il nuovo concept album electro avant-pop di Francesco Perissi XO, produttore, sound designer e polistrumentista di Firenze, in uscita il 18 settembre 2020 e anticipato oggi 19 giugno dal primo singolo wordless, presentato in anteprima su Son Of Marketing.
“ROSSANA è il pretesto per connettere mente e anima, elaborazioni musicali complesse e quelle più istintive, giungendo a un momento nel quale il dolore dell’assenza diventa liberazione” (Francesco Perissi XO).
ROSSANA racchiude un immaginario simbolico della sfera emozionale dell’affettività, spesso segnata dall’impulso distruttivo e da quello costruttivo. Il lutto può essere definito come lo stato psicologico conseguente alla perdita di qualcuno o qualcosa di significativo, che ha fatto parte integrante dell’esistenza. “La perdita può essere di un oggetto esterno, come la morte di una persona, la separazione geografica, l’abbandono di un luogo, o interno, come il chiudersi di una prospettiva, la perdita della propria immagine sociale, un fallimento personale e simili” (Umberto Galimberti, Psicologia). La descrizione di questi processi avviene attraverso cinque fasi progressive, prese in prestito dalla psichiatra svizzera Elisabeth Kübler-Ross (1926-2004), che descrivono il superamento di un evento traumatico: negazione, rabbia, patteggiamento, depressione, accettazione. In ROSSANA ogni fase è restituita nelle sue sensazioni da due brani, per un totale quindi di dieci brani, con l’idea di una dimensione “catartica” della musica che, in questo caso, si muove tra avanguardia dei sentimenti, forma-canzone dark pop, IDM e minimalismo.
Il titolo wordless è ispirato a un film del 2001 dei fratelli Cohen, L’uomo che non c’era, e in particolare a una frase del monologo finale di Ed Crane, interpretato da Billy Bob Thornton: “Lì le potrò dire tutte le cose che qui non hanno parole”. Siamo nel pieno della fase della negazione e la natura della composizione suggerisce che l’evento traumatico ci lascia interdetti perché non riusciamo a coglierne razionalmente il significato. Due semplici frasi ripetute sino allo sfinimento, melodicamente e vocalmente molto scarne, quasi in un mantra, dipingono uno stato di trance provocato dallo shock. “You belong to me, I have the smell of you. Till the end”. Il contatto fisico, di qualsiasi natura sia, ci illude che non vi sia una fugacità delle esperienze.