I Solaris tornano in orbita con il nuovo EP Abbiamo una legge e per questa legge deve morire, in uscita digitale il 24 marzo 2023 per Bronson Recordings, in ideale linea di successione con il precedente EP Io non trovo in lui nessuna colpa nell’ottica di un ideale “ciclo delle collaborazioni“, nato come reazione alla pandemia e portato avanti sino a oggi.
Proprio come Io non trovo in lui nessuna colpa, che vedeva il coinvolgimento di Nicola Manzan e degli Ottone Pesante, Abbiamo una legge e per questa legge deve morire è costituito infatti da due brani e annovera la partecipazione di altri musicisti importanti all’interno del panorama alternativo italiano, cioè Bruno Dorella (OvO, Ronin, Bachi da Pietra), Xabier Iriondo (Afterhours, Buñuel, I Fiumi), Christian Biscaro “Der Pastina” (Marnero, Hyperwülff) e Michele Alessandri (SANDRI). “La molla espressiva che ci ha portato a sperimentare metodi di composizione ed esecuzione per noi inediti è stata sicuramente la pandemia. In particolare, i pezzi sono scaturiti dalla frustrazione di non poter suonare dal vivo. L’aspetto positivo di questa situazione è stato collaborare con altri artisti, a distanza, per creare del nuovo materiale”, affermano i Solaris.
Il giovane gruppo romagnolo, costituito da Alberto Casadei (voce e chitarra), Paride Placuzzi (chitarra), Lorenzo Bartoli (basso) e Alan Casali (batteria), basa il proprio arrembante stile su coordinate heavy noise e riferimenti agli anni 90, ponendosi tra post-metal, post-stoner e post-grunge, con un sound divenuto nel tempo sempre più epico, granitico e di grande impatto. I testi esprimono tutto il disagio della generazione “perduta” dei quasi trentenni, in un dialogo immaginario con la divinità che parte da un semplice concetto: “Perché non scendi giù un attimo che te ne dico quattro?“. Gli artwork sono stati realizzati ancora una volta dallo stesso Placuzzi, con l’obiettivo di ricreare l’istintività dello stato d’animo dovuto alla pandemia in relazione ai pezzi.
Disponibile su tutte le piattaforme digitali da oggi 3 marzo, il primo estratto Preda ospita Bruno Dorella ai sintetizzatori, Xabier Iriondo alla chitarra elettrica e Christian Biscaro ai cori. Trattasi di un pezzo diretto e senza fronzoli che, grazie ai claustrofobici synth di Dorella e alle corde distorte di Iriondo, pone subito l’ascoltatore in linea con le atmosfere di 0050AA, che chiudeva Io non trovo in lui nessuna colpa.
Abbiamo una legge e per questa legge deve morire è la naturale prosecuzione del discorso avviato con Io non trovo in lui nessuna colpa. “Lo spirito e il concetto con cui abbiamo lavorato a questi due nuovi brani sono gli stessi e ci hanno portato a cercare nelle collaborazioni una molla che potesse placare le sofferenza che la pandemia ha causato non solo a noi, ma a tutto il mondo artistico e culturale“, spiegano i Solaris. Entrambi gli EP sono stati elaborati con il supporto di Andrea Cola (Sunday Morning), che ha registrato e mixato il materiale allo StoneBridge Studio di Cesena, e masterizzati da Giovanni Versari presso La Maestà.
Fondati nel 2015, i Solaris traggono nome dal romanzo di fantascienza dello scrittore polacco Stanislaw Lem, già omaggiato dai Failure, una delle principali fonti di ispirazione per quanto concerne arrangiamenti e immaginario, assieme a Unwound, June of 44 e Karate. I due EP Abbiamo una legge e per questa legge deve morire e Io non trovo in lui nessuna colpa fanno seguito all’EP L’Orizzonte degli eventi del 2017 e al primo album Un Paese di musichette mentre fuori c’è la morte del 2020 (sì, la citazione in questo caso era in riferimento alla serie televisiva Boris), prodotto dal leggendario Martin Bisi e stampato sempre da Bronson Recordings. Oltre ovviamente a numerosi concerti, anche al fianco di gruppi affini come Fuzz Orchestra e Ufomammut.
Attingendo alle pagine della Bibbia, la continuità tra i due EP è rimarcata dalla scelta del titolo Abbiamo una legge e per questa legge deve morire, che è appunto il versetto successivo a Io non trovo in lui nessuna colpa. “Il collegamento al Vangelo fa riferimento a ciò che abbiamo vissuto tra la pubblicazione del nostro album d’esordio e questi ultimi EP. Il sentimento che è venuto maggiormente a galla è stato senz’altro l’accidia, in quanto certe persone si sono ‘lavate le mani’ anziché prendere posizione per difendere le categorie più colpite dalle conseguenze della pandemia”.