Setting Tina è il nuovo singolo dei KICK, in uscita oggi 5 luglio 2021 per Anomic Records (Germania), Dischi Sotterranei (Italia) e Sour Grapes (Inghilterra). Il brano, come l’intero nuovo album in arrivo in autunno, è stato prodotto con Marco Fasolo (Jennifer Gentle, I Hate My Village) e vede per di più il contributo di Scott Reeder, componente storico dei Kyuss e attualmente militante nei Fireball Ministry, come ospite al basso.
Da sempre molto attivi anche dal vivo, sia in Italia sia all’estero, i KICK sono Chiara Amalia Bernardini (voce, basso) e Nicola Mora (chitarre, piano elettrico, synth, campionatori). Il loro sound unisce elementi ruvidi e altri più avvolgenti in quello che potrebbe essere definito idealmente “sweet noise”, ovvero uno stile che concilia appunto il rumore con la morbidezza delle atmosfere, senza porsi limiti di genere. Il backgound del duo bresciano spazia infatti dall’ipnosi del trip hop all’asperità della no-wave newyorkese, sino al caposaldo dello stoner e del desert rock.
Setting Tina introduce un naturale cambio di direzione rispetto a quanto pubblicato in precedenza dalla band lombarda, ovvero l’album d’esordio Mothers del 2016 e il fortunato EP Post-Truth del 2018: le sonorità si fanno meno elettroniche e di contro maggiormente analogiche, minimali e al contempo heavy.
Caratterizzato da un trascinante groove psych-r’n’r, Setting Tina porta con sé anche un tema sociale in quanto peculiare interpretazione del linguaggio della propaganda populista, che fa leva sulla rabbia e sulla frustrazione delle persone per manipolarle e “settarle” come se fossero tante macchine da sfruttare a proprio piacimento. Il nome Tina non è casuale, bensì ispirato al celebre slogan thatcheriano “There is no alternative”, con il quale l’ex primo ministro inglese dichiarava il neo-liberismo come unico modello di vita possibile. I tempi sono cambiati, ma il senso di ineluttabilità purtroppo rimane: ci sentiamo vittime impotenti e meri strumenti di fronte a un sistema che si sta ripiegando su se stesso, portandoci al collasso.
Il videoclip di Setting Tina, in anteprima su Rumore e realizzato da Marco Armando Alliegro utilizzando in prevalenza la tecnica del found footage, rafforza visivamente quanto suggerito dal testo della canzone, ovvero l’inquietudine dell’appartenenza alla macchina del capitalismo e il bisogno di un riavvicinamento alla semplicità della natura. Nella parole del regista: “Il clip presenta diversi tipi di linee interpretative, come per esempio il rapporto tra vita civilizzata e vita selvaggia che vede le stesse necessità primarie soddisfatte in modi diversi: nel primo caso assistiamo a una crudeltà che agisce a un livello subdolo e beffardo, mentre nel secondo in maniera senz’altro cruenta ma forse in qualche modo più rispettosa dell’ambiente e dell’altro da sé“.
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