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“Abstract” è il nuovo album del duo elettronico Kabuki Dream, in uscita il 7 ottobre 2022; ascolta il singolo “Giorgio MorOrwell” da oggi 22 luglio

Kabuki Dream, nati a Cesena dall’unione fra Jacopo Gabanini e Francesco Bartoli, utilizzano la musica elettronica nella maniera più visiva possibile. Se il loro nuovo album Abstract – in uscita il 7 ottobre 2022 in CD e digitale per Veidt Records – fosse una pellicola e fosse immediatamente associabile ad alcune immagini, balzerebbero agli occhi la disgregazione della materia attorno a noi, un iridescente turbinio di colori e sensazioni rappresentate per l’appunto da forme astratte.

Il duo romagnolo ha incrementato la forza evocativa dei propri brani, scaturiti da input o improvvisazioni nell’alchimia dello studio di registrazione, e lo ha fatto sopratutto attraverso i sintetizzatori, preferibilmente modulari, con l’aggiunta di loop di pianoforte elettrico, chitarra elettrica e drum machine. “I sintetizzatori modulari, auto-costruiti e assemblati in chiave personale, sono fondamentali per rendere il nostro sound più sofisticato, oltre che per conferire alle atmosfere un appeal etereo e surreale“, spiegano i due. “Per quanto riguarda le melodie portanti, ci serviamo però quasi sempre di synth più canonici o di loop di altri strumenti suonati da noi, a cominciare dal piano elettrico“.

Abstract fa seguito all’album d’esordio Pro.To.Con. del 2019, concept basato su una storia sci-fi scritta dallo stesso Gabanini, e ai tre EP Alice in Hardwareland del 2020 (registrato e mixato da Andrea Cola), Club Sessions Vol. 1 Möbius World, entrambi risalenti al 2021. In Abstract le strutture compositive risultano molto più libere rispetto al passato, in cerca di schemi inediti che possano ampliare lo spettro della creatività, distanziandosi così sempre più dalla comune esperienza pregressa nel gruppo alt-rock La Banda dei Sospiri.

Nonostante l’idea di fondo sia stavolta svincolata da ogni narrazione predefinita, orientandosi a un approccio maggiormente emozionale, la principale fonte di ispirazione rimane la fantascienza di stampo distopico, un autentico filo rosso all’interno della produzione dei Kabuki Dream. A ispirare Gabanini e Bartoli, insomma, sono ancora i libri di Philip K. Dick e George Orwell. Ecco spiegata la scelta del titolo del primo singolo Giorgio MorOrwell, disponibile su tutte le piattaforme digitali da oggi 22 luglio, cupo e contemplativo ma al contempo connesso a un mood da club. “Giorgio MorOrwell unisce la nostra passione per Giorgio Moroder, rintracciabile nelle cadenze in stile disco music, e per 1984 di Orwell, richiamato nelle parti più rallentate e minacciose“.

L’evoluzione strumentale dei Kabuki Dream, via via più stratificata e a tratti alienante, si traduce in un repertorio che può suddividersi in vari filoni: da una parte ci sono episodi orientati a ritmi sostenuti, influenzati da Chemical Brothers e Daft Punk, e dall’altra momenti più cinematici, pensati come colonne sonore di derivazione anni 80 per cortometraggi della fantasia, in omaggio a grandi compositori come Angelo Badalamenti, Philip Glass e Vangelis. Nel background di Gabanini e Bartoli convergono maestri come il primo Franco Battiato, John Carpenter e il già citato Moroder, oltre ai più recenti ascolti di Aphex Twin e Kavinsky.

Nel plasmare lo sfaccettato artwork di Abstract e renderlo espressivo, i Kabuki Dream hanno rinnovato la loro longeva collaborazione con il pittore e grafico Matteo Babbi, con l’obiettivo di instaurare un legame fra classica arte astratta, quella generata da Kandinsky e Mondrian, e retroterra fantascientico. Partendo dalle tavole di Babbi, i visual di ciascuno dei quattordici brani in programma sono stati successivamente elaborati dall’animatore Luca Zecchi. In un unico loop di note e visioni.

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