Adriano Zanni

Adriano Zanni, In passato attivo con il moniker Punck, è un artista sonoro e un apprezzato fotografo del territorio romagnolo. Ha collaborato con varie etichette discografiche europee e i suoi lavori sono stati parte di mostre di arte contemporanea. I suoi field recordings si fanno memoria, mentre il suo obiettivo si focalizza spesso sugli alberi, meglio se solitari. Il suo nuovo album è "Ricordo quasi tutto", fuori l'8 marzo 2019 per Bronson Recordings.

Gli alberi che stavolta si fanno bosco simboleggiano un fitto ammasso di ricordi e pensieri, quelli dietro all’idea del disco. Gli alberi sono anche un modo per collegare idealmente un percorso comune a tutti i miei ultimi lavori”. Gli alberi di cui parla Adriano Zanni, artista sonoro e stimato fotografo del territorio romagnolo, sono quelli immortalati nello scatto di copertina del suo nuovo album, Ricordo quasi tutto, in uscita l’8 marzo 2019 per Bronson Recordings, label ravvenate di Bronson Produzioni.

Attivo in precedenza con il moniker Punck (dal 2002 al 2008 di Piallassa, che rendeva omaggio all’ossessione per Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni), dopo essere stato coinvolto in alcuni ensemble improvvisativi e dopo quasi un decennio di silenzio discografico, Zanni ha intrapreso una direzione sempre più personale pubblicando a proprio nome, nel 2017, il 7” Falling Apart, la cassetta Soundtrack For Falling Trees – uscita per Bronson Recordings e accompagnata da un libro fotografico autoprodotto, in collaborazione con la stessa Bronson Recordings e Boring Machines – e l’LP Disappearing, seguiti nel dicembre 2018 da Siamo quasi tenebra, ispirato all’Islanda e al libro Paradiso e Inferno di Jón Kalman Stefánsson.

Ha attraversato la musica elettroacustica e l’ambient. Di lui si dice che suoni il paesaggio, ma in Ricordo quasi tutto le registrazioni sul campo, oltre che documentazione, si fanno esplicitamente memoria sonora. Zanni fa tutto per conto suo, cimentandosi con field recordings, strumenti analogici e digitali. “Il disco è stato registrato nell’estate 2018, quando stavo affrontando problemi di salute che mi hanno costretto a un isolamento forzato. I ricordi, ai quali ho attinto tramite field recordings catturati negli ultimi quattro o cinque anni, sono stati una via di fuga e un ritorno alla vita. Ricordi di momenti felici: semplici passeggiate invernali sulla spiaggia, falò, temporali estivi o flash della minuscola isola di Linosa in cui ragazzini della banda della chiesa tentavano di provare The Final Countdown per la festa del paese. Oppure ricordi meno felici, come quelli collegati alle auto che scorrono nel pezzo d’autostrada fra Ravenna e Bologna, che da anni percorro più volte a settimana per andare a fare terapie in ospedale”. Il fulcro della scaletta, articolata in sette tracce (l’ottava è una ghost track), è rappresentato probabilmente da Onde sinusoidali, esplosioni e inutili ricordi: “Durante il ricovero ospedaliero mi ero portato un piccolo synth OP1, così mi mettevo in cuffia e manipolavo onde sinusoidali creando vari preset per le bozze dei pezzi che ho poi definito. Il ritiro per le incisioni del disco è invece avvenuto nella mia casa al mare, a Marina Romea: una notte in spiaggia ho registrato i fuochi d’artificio, che nel mio immaginario d’infanzia si tenevano tradizionalmente a Marina di Ravenna la notte di ferragosto e simboleggiavano la fine dell’estate, di fatto uno spartiacque”. Un consiglio, allora: ascoltate i suoni.

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