Mattia Loris Siboni – “Quiet Area suite”

Mattia Loris Siboni – “Quiet Area suite”
  • Mattia Loris Siboni
  • "Quiet Area suite"
  • Slowth Records
  • 5 Marzo 2021

Quiet Area suite è il nuovo album di Mattia Loris Siboni: un’esplorazione del silenzio come oggetto di indagine compositiva, in uscita il 5 marzo 2021 per Slowth Records

Quante volte lo cerchiamo? Quante volte ci spaventa e di conseguenza tentiamo di evitarlo? Quante volte invece ci investe, sorprendendoci? Irrompe nelle nostre vite quotidianamente, veicolato dai numerosi contesti di cui fa parte: dall’ambito religioso a quello poetico, dal naturalistico al socio-antropologico o allo scientifico. Può stupirci durante una camminata in montagna, lontani chilometri dal brusio urbano, oppure può opprimerci all’interno di quattro mura. Il silenzio in sé non esiste o, meglio, forse non ci è possibile ascoltarlo.

Quiet Area suite, il secondo album del compositore, musicista, improvvisatore e sound designer Mattia Loris Siboni, in uscita in CD e digitale il 5 marzo 2021 per Slowth Records, scaturisce da una semplice domanda: “Quante tipologie di silenzio esistono?”. Sì, perché di silenzi se ne possono trovare davvero tanti, in musica come nell’ordinarietà della vita. Questo progetto è una raccolta di quattro brani acusmatici, nata dalla volontà di esplorare il silenzio come oggetto di indagine compositiva attraverso le sue diverse tipologie di forma e di utilizzo. La suite è stata  composta con l’intento di accompagnare l’ascoltatore all’esperienza del silenzio. In che modo il silenzio permea tra il livello poetico e poietico dell’opera? E come influisce la singolare riflessione del vissuto personale nell’ascolto?

I quattro brani in programma – il primo estratto Now Hush and Look Around, Mind The Gap, Balumina e Qui nella maestà del silenzio – affrontano tematiche e materiali differenti: l’evocazione, il richiamo al silenzio, è presente nella comparsa e nella scomparsa, nell’attesa, nel ricordo di una voce familiare, nei suoni residuali come nel paesaggio sonoro. Questi brani non sono da intendere come “studi” ma come risultato dell’applicazione di una ricerca in continua evoluzione; il silenzio, al contrario di quanto si possa pensare, non è presente in maniera didascalica ma viene altresì osservato secondo ogni sua accezione udibile ed evocativa. L’obiettivo è quello di stimolare nell’ascoltatore una – anche minima – ricerca personale della consapevolezza sul silenzio in ogni suo aspetto possibile.

Now Hush and Look Around è il movimento introduttivo della suite ed è caratterizzato dalla presenza di materiale pre-esistente (brevi citazioni cinematografiche tratte da 81⁄2 di Federico Fellini, Shrek della DreamWorks, Toy Story e Ratatouille della Pixar), che consentono l’indagine del silenzio evocato e più precisamente del silenzio suggeritoMind The Gap si presenta come un unico pannello, nella macro-struttura generale della suite si pone come il gap stesso tra il primo e il terzo brano, affronta l’idea di silenzio digitale e lavora sul rumore di fondo e quindi sulla soglia del silenzio variandola continuamente al variare del rumore di fondo, e sul rapporto tra comparsa e scomparsa dei vari elementi, tutti di origine elettronica e residuale, tranne un elemento reale che consiste in una registrazione di materiale vetroso. Balumina  – il nome attribuito a uno dei tre lati di una vela – è il brano-culmine, fulcro dell’intera suite, ed è l’episodio più  complesso e articolato, che affronta il silenzio dal punto di vista del paesaggio sonoro, prendendo registrazioni ambientali effettuate a Cagliari come soggetto, in particolare esaltando il contrasto tra la parte più silenziosa della città, vale a dire il porto, specialmente in orari notturni, e la parte urbana, più caotica. L’ultimo brano, Qui nella maestà del silenzio, ha funzione conclusiva e affronta la trasparenza del silenzio attraverso la parola e un silenzio soffocante che è specchio del silenzio totale dato dalla morte: l’idea fondante deriva dall’osservazione del silenzio all’interno del Cimitero monumentale della Certosa di Bologna, ed è quella di fondere il silenzio ambientale con il non-silenzio dato dalla parola che abita il cimitero attraverso la sua presenza sulle diverse lapidi; più precisamente, i silenzi dei vari ambienti del Cimitero vengono messi in relazione con materiale vocale recitante diverse epigrafi, che tra l’altro richiamano spesso elementi musicali o addirittura citano il silenzio come elemento caratteristico del luogo stesso.

Mattia Loris Siboni è nato nato a Cesena nel 1996 ed è attivo a Forlì/Bologna. Il suo interesse principale è la composizione acusmatica e l’interpretazione della  musica elettronica dal vivo su sistemi multicanale e acousmonium. Mattia Loris Siboni è membro di Elettronica Collettiva Bologna~ e di Minus – Collettivo d’improvvisazione, oltre a essere co-fondatore di Slowth Records, l’etichetta discografica dedicata alla promozione e al supporto della musica sperimentale e di ricerca che pubblicherà appunto Quiet Area suite.

Appassionato e attento al mondo sonoro sin da bambino, nel 2009 Mattia Loris Siboni inizia gli studi musicali presso l’Istituto Musicale A. Masini di Forlì dove si dedica alla chitarra classica. Intento a intraprendere un proprio percorso musicale, nel 2016 si iscrive al corso di Musica Elettronica presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna diplomandosi poi con Lode e Menzione d’onore proprio con la tesi Silenzio. Analisi tipologica e utilizzi nella musica elettroacustica. Attualmente frequenta il  biennio di Sound Design nel medesimo Conservatorio. La  sua prima raccolta di brani acusmatici da solista, Laeyee, è stata pubblicata da Miraloop Records – Diamonds nel 2018. Siboni ha già suonato per vari festival musicali come Tempo Reale Festival, Beast FEasT, Cinema Ritrovato, Inner Spaces, Martini Elettrico, AngelicA. Nel 2020 ha vinto il  Premio San Fedele Musica Elettronica.

Scegliere il silenzio non significa privarsi di qualcosa bensì avere la possibilità di accogliere tutto! Ho scelto il silenzio perché, per ascoltarlo e goderne, bisogna fermarsi: il primo silenzio necessario è quello interiore. Come compositore, ma prima ancora come ascoltatore, sono incuriosito da come tutto questo si possa riflettere in ambito musicale, ricercando un silenzio che non è semplice e sola assenza”.

Affascinato dunque dal silenzio come parametro musicale e compositivo, Siboni sviluppa la sua personale ricerca attraverso  lo studio del paesaggio sonoro e l’interazione umana mettendo al primo posto il rispetto per l’oggetto sonoro e lo spazio che si trova a occupare. Tra i compositori ai quali si ispira e che sono per lui riferimenti importanti, troviamo François Bayle, Bernard Parmegiani e Denis Smalley. Siboni pone attenzione alla costruzione morfologica del suono e persegue l’aspetto evocativo ed extra-musicale dato dai legami estrinseci, lavora con la soglia dei concetti di attesa e sorpresa e indaga la percezione musicale.  E ora… musica, anzi silenzio con Quiet Area suite.


Track by track

Now Hush and Look Around  
Now Hush and Look Around accompagna l’ascoltatore all’interno dell’esperienza di ascolto, il tema del  silenzio viene dichiarato già nei primi secondi. É il movimento introduttivo della suite ma allo stesso tempo anticipa gli ambiti di ricerca affrontati nei movimenti successivi, svelandone alcuni materiali. La caratteristica fondante di questo brano è la presenza di citazioni, realizzate tramite l’utilizzo di materiale  pre-esistente, che consentono l’indagine del silenzio evocato e più precisamente del silenzio suggerito. I  materiali pre-esistenti utilizzati sono per la maggior parte brevi citazioni cinematografiche, tratte da film famosi e usate senza alcun tipo di manipolazione nel brano, piccoli incisi o brevi dialoghi tratti da 81⁄2 di  Federico Fellini, Shrek della DreamWorks, Toy Story – Il mondo dei giocattoli e Ratatouille della Pixar. Queste citazioni  vengono usate nel brano come “interruttori” delle varie sezioni che lo compongono.

Mind The Gap  
Il secondo brano, Mind The Gap, ha una durata di oltre cinque minuti. Questo si presenta come un unico  pannello e, di conseguenza, risulta difficile una suddivisione in sezioni; possedendo una propria identità  sonora e formale, questo pezzo si pone, nella macro-struttura generale della suite, come il gap stesso tra il  primo e il terzo brano, e quindi come elemento di apertura e distacco a sé stante. Sebbene non sia possibile individuare diverse sezioni formali, è possibile tracciare una traiettoria evolutiva dei pochi elementi sonori  che lo compongono. I materiali sono tutti esclusivamente di origine elettronica e residuale, tranne un  elemento reale che consiste in una registrazione di materiale vetroso. Mind The Gap affronta l’idea di silenzio digitale, lavora sul rumore di fondo e quindi sulla soglia del silenzio variandola continuamente al variare del rumore di fondo presente, e sul rapporto tra comparsa e scomparsa dei vari elementi, che tracciano quindi la  traiettoria formale del pezzo. Parte dalla presentazione dei diversi materiali ed evolve nell’accumulazione di questi e nella loro successiva scomparsa totale.

Balumina  
Balumina è il brano-culmine, fulcro dell’intera suite. Con la sua durata di dieci minuti, è il movimento più  complesso e articolato. I materiali di partenza sono registrazioni ambientali effettuate a Cagliari nel periodo  compreso tra il 4 e l’8 giugno 2019 nell’ambito del progetto Erasmus Plus “Il paesaggio sonoro in cui  viviamo”, seminario di registrazione del suono in ambito urbano sostenuto dall’associazione Amici della  Musica di Cagliari. Questo brano affronta il silenzio dal punto di vista del paesaggio sonoro, prendendo appunto la città di Cagliari come soggetto, in particolare esaltando il contrasto tra la parte più silenziosa della città, vale a dire il porto, specialmente in orari notturni, e la parte urbana, più caotica. L’idea concettuale è  dunque quella di costruire un percorso ideale attraverso i diversi livelli della città, ponendo il focus nel  livello più basso, quello del porto, concentrandosi sulla stasi delle imbarcazioni ormeggiate. Sono di  particolare interesse per questo brano i suoni delle cime degli ormeggi che si tendono e si allentano, lo  sciabordio delle imbarcazioni che si muovono, lo sfregamento dei parabordi in gomma contro la banchina, i  suoni iterativi delle drizze che con il vento percuotono gli alberi delle barche a vela; il richiamo alla vela, al mare e al mondo nautico è molto forte: balumina infatti è il nome attribuito a uno dei tre lati di una vela, nello specifico il lato compreso tra l’angolo superiore e quello inferiore, opposto al lato detto di inferitura.  L’indagine dei vari paesaggi sonori registrati nei diversi luoghi della città ha permesso inoltre un utilizzo marcato del silenzio di banda; le registrazioni di campo sono state manipolate con il fine di ricercarne un uso musicale e uno stretto rapporto con i materiali elettronici inseriti (molto spesso ottenuti dalle stesse  registrazioni).

Qui nella maestà del silenzio  
L’ultimo brano della suite è intitolato Qui nella maestà del Silenzio, ha una durata di oltre tre minuti e ha funzione conclusiva dell’intero progetto. L’idea fondante del brano nasce dall’osservazione del silenzio all’interno del Cimitero monumentale della Certosa di Bologna, ed è quella di fondere il silenzio ambientale  con il non-silenzio dato dalla parola che abita totalmente il cimitero attraverso la sua presenza sulle diverse lapidi. Più precisamente in questo pezzo i silenzi dei vari ambienti del Cimitero monumentale della Certosa  vengono messi in relazione con materiale vocale recitante diverse epigrafi presenti. Molte di queste, tra l’altro, richiamano proprio elementi musicali o addirittura citano il silenzio come elemento caratteristico del  luogo stesso. Il titolo di questo brano è infatti tratto da un’epigrafe che di fatto recita: “Qui nella maestà del  silenzio un angelo ha deposto le ali terrene obbedendo al divino richiamo per volare in eterno lassù alto, con  ali di cielo”. I silenzi ambientali sono stati ottenuti attraverso delle registrazioni di campo effettuate tramite  un registratore portatile all’interno del Cimitero monumentale della Certosa nel mese di novembre 2019;  queste sono state compiute in spazi aperti, spazi chiusi, o sotto i caratteristici portici del cimitero, con il fine  di ricercare diversi livelli di silenzio e di risonanza dell’ambiente stesso. Il materiale vocale è invece stato  registrato e manipolato in un secondo momento, in studio. Le voci sono di Agnese Banti, Don Filippo Foietta, Daisy Karpati, Francesca Longhi, Elisa Siboni e Umberto Siboni. Il brano, complessivamente, affronta il silenzio  evocato, la sua trasparenza attraverso la parola e un silenzio soffocante che è specchio del silenzio totale dato dalla morte.


Credits  
Produced by Mattia Loris Siboni
Mastering: Slowth Records
Artwork: Cristian Li Voi
Voci di Agnese Banti, Don Filippo Foietta, Daisy Karpati, Francesca Longhi, Elisa Siboni, Umberto Siboni.
Un ringraziamento speciale a Francesco Giomi, al team Slowth Records (Beatrice Maspero, Matteo  Pastorello e Niccolò Salvi) e a Francesca Longhi.


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