Cemento Atlantico – “Rotte Interrotte”

Cemento Atlantico – “Rotte Interrotte”
  • Cemento Atlantico
  • "Rotte Interrotte"
  • Bronson Recordings
  • 29 Luglio 2021

Rotte Interrotte è l’album-viaggio d’esordio electro-world di Cemento Atlantico, in uscita il 29 luglio 2021 per Bronson Recordings

Cemento Atlantico è il primo progetto discografico del producer e DJ romagnolo Alessandro “ToffoloMuzik” Zoffoli, ideato tra il 2020 e il 2021, in un silenzio orfano del peregrinare e delle condivisioni sociali, a causa del lockdown dovuto alla pandemia da Covid 19.

L’album d’esordio Rotte Interrotte, in uscita in CD e su tutte le piattaforme digitali dal 29 luglio 2021 per Bronson Recordings e da adesso anche in vinile con distribuzione Audioglobe/Shiny Beast/Cargo Records UK, nasce dall’esigenza di tradurre in musica le esperienze di viaggio vissute da Zoffoli negli ultimi anni: Marocco, Vietnam, Perù, Cambogia, Colombia, India, Guatemala, Myanmar. Ai confini del mondo.

Il suono che riempie la nostra quotidianità spesso viene subito come un sottofondo scontato, ma in realtà tutti i suoi connotati si possono sviscerare e ordinare fino a crearne una melodia. Senza ombra di dubbio la soglia di attenzione dell’ascoltatore si alza trovandosi nella dimensione dello spostamento, verso altri Paesi, in immersione in culture differenti da quella di appartenenza. Muovendosi su tali coordinate, Cemento Atlantico ha rubato field recording, sample e frammenti alla natura, alla storia, alla strada e ai luoghi sacri. Emozioni incise nella mente con mezzi di registrazione occasionali, successivamente manipolate tramite l’elettronica e la costruzione ritmica creando un melting-pot sonoro e culturale unico e contemporaneo.

Zoffoli ha composto e prodotto il disco (successivamente masterizzato da Giovanni Versari), occupandosi anche della sua controparte grafica. Il logo di Cemento Atlantico è costituito dalle iniziali “C” e “A”: “La lettera ‘A’ indica il primo Oceano che attraversai, appunto l’Atlantico, mentre la lettera “C” – rappresentata tramite una Luna crescente, priva di alcun riferimento politico o religioso – simboleggia in tantissime culture antiche e moderne la rinascita, la crescita di un progetto o l’avvento di una nuova vita“. Trip hop, dubstep e chillout si intrecciano con world music ed elementi etnici, come se il punto di partenza fosse Bristol, anziché Cesenatico, e quello di arrivo fosse invece tutto da sonorizzare, tutto da esplorare.

All’estratto di lancio Umm Bulgares hanno fatto seguito i singoli Beat ‘em BangAmazonienne, Blade Runner Zero ed El congreso de los Fantasmas. Più che un album, Rotte Interrotte è uno scrigno di racconti messi a tempo a occhi chiusi, nella profonda convinzione che tramite il suono si possa immaginare il mondo senza vederlo.


Track by track

01 – Umm Bulgares

Da un vicoletto angusto di Marrakech, osservavo il passaggio di un corteo sul Boulevard Mohamed VI: il Marocco celebrava il trentennale della scomparsa di Umm Kulthum, una cantante e attrice egiziana tra le più celebri e amate del mondo arabo. Una chitarra liuto in strada rompeva il rispettoso silenzio accompagnando il passaggio degli enormi manifesti di Umm. Al contempo, dalle assolate porte spalancate dell’Instituto Cervantes, un coro femminile bulgaro preparava il soundcheck del concerto serale. Le voci in fuga dal teatro incendiavano l’aria e si intersecavano alle note del corteo. Non sembrava un incontro sonoro casuale, somigliava a un corteggiamento multietnico, o comunque a qualcosa di magico. In questo brano ho cercato di trovare quell’effimero punto d’incontro tra il Marocco e la Bulgaria.

Field recording:
La chitarra Liuto appartiene al tema di accompagnamento di un Corteo di Marrakech. I cori sono composti da multi-riprese registrate all’Instituto Cervantes di Marrakech durante le prove di un coro bulgaro femminile.

02 – Trung Sisters

Al Thang Long Theatre di Hanoi, tutte le sere va in scena lo spettacolo delle marionette galleggianti (Múa rối nước in lingua vietnamita). Si tratta di marionette di legno di fico, governate manualmente dal fondo di una piscina tramite un lungo manico telescopico. Quella delle marionette galleggianti è una tradizione millenaria figlia dei contadini delle risaie del delta del Fiume Rosso. Una storia che ricorre spessisimo negli spettacoli è quella delle sorelle Trung: Trac e Nhi. Da sempre considerate eroine nazionali, furono le prime donne vietnamite, nel 40 d.C., a guidare una rivoluzione contro la dominazione cinese. Non una parola nello spettacolo: solo musica dal vivo e attori invisibili che, come anguille, danno vita a decine di marionette dal fondo della piscina. Una poesia fluttuante, tra danze, luci, suoni, amori e duelli.

Field recording:
Le note di liuto sono state registrate durante una sessione di improvvisazione in un negozio di strumenti musicali di Hanoi.

03 – Amazonienne

Iquitos, 1200 km2 di città nel cuore dell’Amazzonia peruviana, un agglomerato urbano sorto sul vuoto arboreo creato dal disboscamento a opera di Gustave Eiffel. Sul finire dell’800, l’ingegnere francese rase al suolo un enorme tratto di foresta per coltivare alberi da gomma. Non pago di questo gesto, fece costruire con i resti della famosa torre parigina un’inospitale e inavvicinabile casa di ferro, esattamente tra il ciglio dell’Equatore e le anse del Rio Marañón. Nonostante i terribili abusi per cui ancora oggi Eiffel viene giustamente condannato, in questo luogo, volenti o nolenti, tra caimani, delfini ciechi, mariposari e bradipi, si respira un mix culturale “franco-amazzone” che ha influenzato indelebilmente gli usi e i costumi dei cittadini Iqueteñi. Così isolati da tutto ma così vicini alle tradizioni di almeno tre continenti: l’America indiana, l’Africa degli schiavi e l’Europa degli invasori.

Field recording:
Il canto della Phia, uccello molto diffuso nella foresta amazzonica, ha dato origine al tappeto naturale e alla base synth di questo brano. Le percussioni furono registrate in due periodi e luoghi diversi, durante uno spettacolo di strada a Parigi e durante una parata di festeggiamenti religiosi nella città di Iquitos in Perù. Il tema canoro proviene da un rito sciamanico in lingua Quechua.

04 – Beat ‘em Bang

In Cambogia esiste un “Bamboo Train” (Norry in lingua khmer) che, in realtà, di treno ha ben poco: non è altro che un’intelaiatura di legno ricoperta di stecche di bambù, collegata a due rulli che scorrono su rotaia e azionata da un motore a benzina. Inizialmente impiegato nelle operazioni militari legate alla guerra civile che sconvolse il Paese negli anni ’80, oggi è un insolito mezzo di collegamento tra le città di Phnom Penh e Battambang (350 km). Essendo una monorotaia, ogni qualvolta si incroci un altro “treno” chi trasporta meno passeggeri (il massimo è quattro) deve letteralmente smontare il proprio Norry, rimuoverlo dal binario e dare la precedenza. Durante quell’assurdo tragitto fu l’unica volta, in un mese di viaggio, che mi capitò di ascoltare musica tradizionale cambogiana, nel nulla, immerso nelle pianure ammantate di verde e punteggiate di templi.

Field recording:
Molti dei suoni rielaborati in questo brano provengono da registrazioni effettuate alla Stazione ferroviaria Centrale di Phnom Penh. Il tema canoro proviene da un vecchio film cambogiano registrato da una TV locale in un ostello dell’isola di Koh Rong.

05 – El congreso de los Fantasmas

In Colombia, alla base della depressione Andina e all’ombra pluviometrica delle montagne, si srotola una foresta tropicale arida di 300 km2. Questo fazzoletto di “terra” è noto come “Desierto de Tatacoa” ed è letteralmente diviso a metà da una strada che separa due diverse colorazioni di terreno: da un lato si staglia un canyon rosso fuoco (secondo solo ai paesaggi di Sergio Leone) e dall’altro una distesa di calcare grigio, popolato da serpenti a sonagli (Tatacoas) e ragni. Quest’ultimo lato è dominato da una naturale ma inquietante formazione somigliante a un “Congresso di fantasmi”, ovvero un gruppo di individui pietrosi a grandezza umana incredibilmente realistici, nascosti sotto a lenzuoli di calcare grigio levigati dal vento. “Un desierto nunca està deshabitado, ojos hechos de roca, alma grises vigilan la sequìa y el poder incivilizado”.

Field recording:
Per questo brano ho utilizzato quattro diverse chitarre campionate in Colombia tra piazze, ostelli e TV d’altri tempi. Le voci sono state registrate a Bogotà, al Monasterio Santa Maria de la Epifania.

06 – Blade Runner Zero

Al mondo ci sono cinque continenti, e poi c’è l’India: un paese al limite delle contraddizioni, una sorta di enorme set cinematografico di un capitolo zero di Blade Runner. Era l’inizio del Kartika (l’ottavo mese del calendario Hindu) e presto mi immersi nella magia di Pushkar, città sacra nata dalla mano di Brahma. I cammellieri di Thar agghindavano le loro “Navi del deserto” e peregrinavano verso Pushkar per il “Kartik Mela”: 200.000 persone, un mercato di 50.000 cammelli, trampolieri e incantatori di serpenti. Per quanto incredibile, tutto questo fermento era solo uno spettacolo di contorno a un evento religioso che la sera di luna piena prendeva vita sul Ghat: un bagno collettivo nel lago per purificarsi dai peccati, seguito da un rito di preghiera canora detto Maha Aarti (adorazione con il fuoco). Una delle cerimonie più intense alle quali abbia mai assistito.

Field recording:
Le voci e le percussioni sono state registrate durante le aste di cammelli da gruppi di musicisti provenienti dai deserti del Rajasthan e dal vicino Afghanistan. L’outro di Blade Runner Zero fu registrata durante l’ultima sera di Kartik Mela sul Ghat del Lago di Pushkar. Il Maha Aarti è un rituale induista devozionale. Il sacerdote si muove in senso orario intorno all’effige di un vassoio con una lucerna, di solito con cinque stoppini, imbevuti di canfora e altri oggetti, come cenere sacra, foglie di tulasi, polvere di kumdum, fiori. Il momento culminante dell’adorazione è quello in cui si brucia la canfora, con la sua luce vivida e il suo profumo intenso. Il gesto dell’offerta del fuoco si svolge ponendo le mani sulle fiamme e portandole al viso, è accompagnato da mantra cantati ed eseguiti in lode della divinità. Poiché la canfora non lascia residui, la sua fiamma simboleggia tanto l’incarnazione della divinità quanto il suo trascendere la forma corporea.

07 – Black ‘n’ Red

I Garífuna sono un gruppo etnico misto discendente dagli indigeni Maya Q’eqchi pellerossa e dagli schiavi neri africani. Hanno fatto della musica un emblema identitario che li differenzia dalle altre popolazioni indigene. A novembre, nella città di LIvingston (Guatemala), si festeggia il “Dia nacional del pueblo Garífuna”. Una 24 ore di cerimonie, balli e canti (in lingua arawak) celebra l’anniversario dello sbarco dei Garífuna sulle coste caraibiche dall’isola di San Vicente (1797). Le canzoni sono spesso in forma di dialogo e hanno come tema la vita di villaggio, la semina e il raccolto. La danza frenetica al ritmo delle percussioni è detta “Punta”: il piede sinistro ruota avanti e indietro, mentre il destro scandisce il tempo. Questo movimento provoca un sinuoso ondeggiamento di anche, simbolo dell’inarrestabile fertilità delle donne Garífuna che mai darà estinzione a questa etnia.

Field recording:
In questo brano i cori appartengono a registrazioni nella chiesa Evangelica del Nazareno. Il titolo del canto a cappella è “Sunn Wadagarati” che in lingua Arawak significa “Grazie al mare che ci ha donato una nuova vita”. Le percussioni sono state registrate durante le parate del “Dia Nacional de pueblo Garifuna”.

08 – El Reino del Condor

La valle del Colca in Perù ospita uno dei canyon più profondi al mondo. Sul lato Nord torreggia il maestoso Mismi Nevado, ovvero la sorgente del Rio delle Amazzoni. Ciò non può che renderlo un luogo Sacro e, se non bastasse, è popolato da una singolare specie di Vultur Gryphus, un condor noto sin dai tempi degli Inca come il figlio di Inti (Re del Sole). E’ un uccello monogamo, tant’è che, quando muore, il partner non fa altro che raggiungerlo per l’eternità. Dopo ore di volteggi come cerimoniale funebre, spicca un volo verticale di disperazione, più in alto che può, vola fino a perdere le forze. Qualsiasi quota esso raggiunga, si lascia cadere al suolo, inghiottito per sempre dai calanchi del canyon. Il suo “grido” di addio è da sempre accompagnato da solitari e fedeli suonatori di flauto, appostati sui terrazzamenti preincaici del canyon.

Field recording:
I cori appartengono al coro femminile delle Suore del Monasterio di Santa Catalina di Arequipa, un complesso religioso di 20.000 m2, quasi una cittadella nella città, fondato nel 1580 da una vedova benestante, Doña María de Guzmán. Dopo aver passato l’Arco De Silencio, si accede alla Sala de Profundis, una camera mortuaria dove si piangono e cantano le suore defunte, i cui ritratti sono appesi alle pareti. Agli artisti in passato erano concesse 24 ore per portare a termine questi ritratti postumi, poiché era assolutamente vietato ritrarre le monache viventi. I flauti sono stati registrati dai terrazzamenti preincaici del Canyon del Colca durante un rito religioso di adorazione del Re del Sole “Inti”.

09 – Bamboo Burma Street

Ho visitato il Myanmar nel 2019 e sono sprofondato negli occhi e nei sorrisi dei suoi abitanti, un popolo umile, devoto e accogliente come mai avevo incontrato prima. Due anni dopo, tutto ha cambiato forma, un colpo di stato militare ha rovesciato il governo e arrestato Aung San Suu Kyi (premio Nobel per la Pace e leader della “National League for Democracy”). I militari hanno oscurato Internet e le reti di telefonia mobile, abbandonando e sopprimendo ogni diritto dei cittadini. Da quel giorno sono scaturiti sanguinosi scontri a fuoco e rappresaglie. Il mio pensiero va al popolo stupendo che ho avuto l’onore di conoscere. Le voci contenute in questo brano appartengono a tre bambini che registrai in una strada di Yangon. L’outro è una protesta pro-democratica dei pescatori del lago Inle, risalente a marzo del 2021. Ciò che mi auguro per loro è solo la pace.

Field recording:
Il canto e le percussioni di legno di bamboo furono registrate nel 2019 sulla 38esima strada di Yangon. Le voci appartengono a tre fratellini. I cori contenuti nell’outro appartengono a una protesta pro-democratica dei pescatori sul lago Inle del 2021.


Bio

Alessandro Zoffoli nasce a Cesena nel 1975. Le sue prime passioni si radicano nel punk e nella musica dark, mentre a soli tredici anni approccia il mondo del djing. Con il passare del tempo la passione cresce e sconfina nei più svariati generi, mentre l’amore per la forma d’arte del djing rimane tale e si tramuta in lavoro. Ogni suo djset è differente, è un lungo e temporaneo atto di revisionismo storico e geografico. Variando l’ordine degli addendi, il risultato cambia eccome. Non si tratta di mettere in fila cose. Si tratta di scegliere i puntini e inventarsi le linee che li collegano. La figura è sempre diversa. A oggi Zoffoli si cimenta in produzioni e dj set, provando interesse e collocazione in diversi ambiti, dalle sonorizzazioni al dancefloor. Per lui, la musica non ha spazio né epoche… è un nutrimento istintivo. Nel 2021 nasce il suo progetto discografico con lo pseudonimo Cemento Atlantico e il relativo primo album di studio intitolato Rotte Interrotte.